Il Mito sul Cammeo
24-08-2021
Nel linguaggio cinematografico il termine cammeo indica una rapida apparizione di un personaggio. Nel settore gemmologico invece, con cammeo ci si riferisce a qualunque incisione che viene realizzata su diversi supporti.
Nel corso dei secoli la parola "cammeo" è stata associata prevalentemente all’incisione a cammeo su conchiglia. Si tratta di una tecnica di incisione che rientra nella glittica, paragonata allo schiacciato fiorentino. Nel caso del cammeo su conchiglia, la rappresentazione viene sviluppata sfruttando i diversi strati della conchiglia.
Il cammeo dall’Epoca Ellenistica
Il mito del cammeo affonda le proprie radici in un passato molto lontano. Centinaia di reperti derivanti dagli scavi di Pompei erano proprio incisioni su pietre dure.
Questi antichi cammei sono oggi custoditi tra le mura del Museo Archeologico Nazionale di Napoli e sono in attesa di essere analizzati e catalogati.
È nel periodo rinascimentale che il cammeo vive il proprio splendore. A Firenze sono ancora visibili importanti collezioni, come la Medicea, che ospitano pezzi importanti, come la Tazza Farnese di epoca ellenistica .
La lavorazione del cammeo
Abbiamo già parlato dell’incisione a cammeo (https://www.aucella.com/it/blog/incisione-a-cammeo) e abbiamo nominato la Cassis Rufa e la Cassis Madagascarencies, come due tipologie di conchiglie utilizzate.
Si tratta di conchiglie con un doppio colore. Nel caso della Cassis Rufa rosso sullo sfondo e beige in superficie, mentre per la Cassis Madagascarencies marrone sullo sfondo e bianco in superficie.
La stratificazione delle conchiglie consente all’incisore di estrarne il disegno, ricorrendo a diversi bulini.
È con questi strumenti che si procede alla rimozione del superfluo, per mettere in risalto il disegno.
La lavorazione a cammeo non è nata a Torre del Greco, ma come per il corallo, si è insediata nel tempo, divenendo oggi l’unica città al mondo dove viene incisa la conchiglia.
Prima di giungere a Torre del Greco, la lavorazione del cammeo è passata prima per Roma e poi per Napoli. A Roma c’erano infatti importanti famiglie di incisori su agate e altre pietre dure, che vennero poi chiamate a Napoli per insegnare l’antica arte dell’incisione.
A Torre del Greco Paolo Bartolomeo Martin ebbe la geniale intuizione di insediare la prima lavorazione del corallo.
In città fino a quel momento esercitavano solo la pesca del materiale prezioso. A lui si deve la fondazione de "La Real Fabbrica de’ Coralli", dedicata all’arte dell’incisione su corallo e in seguito su cammeo.
Una delle lavorazioni più prestigiose di cammei su corallo, che ha mostrato la nostra arte nel mondo, è la Spada di Gala donata a Napoleone Bonaparte dalla sorella Carolina Murat, custodita a Fontainebleau, tempestata di cammei in corallo realizzati proprio da "La Real Fabbrica de' Coralli" di Torre del Greco.
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